La Bacheca dei Ricordi (I)

Non appena sceso dall'aereo, sferzato da un freddo improvviso che Barcellona non lasciava presagire, l'Autunno mi si ripresenta nient'affatto dolciastro. Ma il ricordo tutto rabbonisce, soprattutto se risale ad un anno fa:

La Bacheca dei Ricordi

Dafne: la ninfa che sfuggì alla passione di Apollo implorando il potere divino del fiume Peneo, suo padre, la vergine senza tempo che desiderò mutare in lauro pur di mantenere la sua purezza.
In greco, Dafne significa appunto lauro, alloro.
Ma la passione sfrenata del dio, il suo amore della bellezza non furono arrestati dall’interdizione soprannaturale di Peneo: stringendone le fronde, Apollo esclamò che quelle stesse gli avrebbero per sempre cinto il capo, la faretra e la cetra.
Ma l’aspettativa di passione del dio è stata disattesa.
La veemenza di Apollo nell’inseguire la bellezza, e il suo amore, è stata vana.

Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII, nel distico alla base del capolavoro marmoreo del Bernini, Apollo e Dafne, ispirato al mito ovidiano, scrisse:

‘Chi amando insegue le gioie della bellezza che fugge,
riempie la mano di fronde e coglie bacche amare’


Com’era negativa la visione barocca del mito.
Non ricordavano, forse, che mentre Apollo abbracciava la corteccia ancora palpitante di Laura, questa sembrava finalmente cedere alla sua richiesta d’amore e beltà?

Per cui, se inseguendo la bellezza di un’estate ormai sfumata riempirete la mano di fronde e bacche amare, non credetevi sconfitti. Forse dovremmo davvero pensare che il momento di massima celebrazione e fulgore della bellezza è dato dal ricordo che ci lascia, dai segni che permangono indelebili.
Solo così sapremo godere anche della lunga “cattiva stagione” e del torpore cui ci induce: sarà sufficiente riempire il giardino di graziosi souvenir della bellezza, i doni più belli che ci porgono l’autunno e l’inverno, ossia bacche e fronde dai colori melanconici.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Uno degli aspetti della bellezza, secondo me, e che si può trovare in un infinità di forme, avvolte anche apposte.
La natura è tutto ciò che da esso deriva (Anche l'essere umano) sono la massima prova di tale aspetto delle bellezza.
Anche l'autunno è l'inverno posso regalarci tanta bellezza, semplicemente diversa o addirittura opposta alla bellezza estiva

Anonimo ha detto...

mah! adeso la callicarpa inizia a vestirsi di rosa, il melo Red Sentinel comincia a d arrossare le meline, la fioritura dell' unica rosa che coraggiosamente sfida le intemperanze climatiche è particolarmente tenera... e così tutto quello che il giardino produce in questa stagione mi sembra un regalo più grande e più prezioso dell'opulenza estiva.

Anche la malinconia di chi sta esaurendo le forze (nasturzi, torenie ecc.) alla fine mi fanno riflettetre: sarà il caso di superare la mia notoria pigrizia per cercare di riprodurli per il futuro?
Ma si vede che sono una madre snaturata preferisco che si arrangino....

zia cerchina

Phoenix, ha detto...

invece il giuggiolo non ne vuole sapere di arrossare i frutti, che peraltro restano per così poco. La tua Eragrostis ha fiorito, Blush Noisette e Cornelia preparano la loro fioritura più bella.

Non è ancora il tempo dei ricordi...

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