Ho ufficialmente superato il test, 41esimo nella graduatoria di Architettura Ambientale su 1438 partecipanti.
Adesso posso prendermela con il mondo senza che nessuno pensi che sono il solito paraculo.
Eccomi quindi puntuale a sbraitare sul perchè i test d'ammissione all'università sono una grandissima cagata a spruzzo. Sarà che ci siamo abituati al fetore, ma qua sono in pochi ad obiettare. Il 3 settembre anche quest'anno sono cominciati i siparietti dell'ipocrisia, dell'omologazione e del controllo. Una certa lobby politica, economica e culturale ha sostanzialmente preso un parziale, ma capillare, controllo della conoscenza. E lo esercita attraverso l'appiattimento dei requisiti, l'oscuramento delle individualità. Deleterio in un campo che richiede creatività, e capacità di rinnovamento, ma altresì subdolamente efficace nel campo medico, dove ci si ritrova a confrontarsi con tematiche spinose come l'aborto, la fecondazione assistita, l'utilizzo delle cellule staminali. E allora è bene che qualche mente stia a cuccia: meglio ridurre i numeri e puntare sulla schematicità, chissà che il campionario di universitari non risulti artificialmente inquadrato.
Cito soltanto anche la tangibile esistenza di un giro economico succulento, nonchè la disperata realtà di tanti studenti senza un futuro che sembri piacergli, nel momento in cui si vedono ripetutamente esclusi.
Complimenti vivissimi a chi sostiene il test perchè "troppi studenti vogliono studiare". Mancano le infrastrutture? Devono adeguarle. Aumenterebbe la disoccupazione? All'università esiste una selezione in itinere. Lo legittima la Costituzione, quando afferma "...i capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti dell'istruzione"? No, perchè il senso di questa frase sta tutto all'interno dell'inciso.
1 commenti:
Approvato.
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